miércoles, 15 de noviembre de 2006

APELLIDO JUSTINIANI

Storia dei Giustiniani di Genova

"O dura schiatta dei Giustiniani, nova sovranità della Maona libera, dinastia di popolani magnifici, di re senza corona, che profuman di mastice la bianca scìa o la segnan d'una rossa zona, quando nell'isola Andriolo Banca orna templi, deduce carmi, venera Omero, èduca lauri, schiavi affranca! Navi d'Italia, ecco l'Egeo. Chi viene da Lesbo? chi da Coo? Navi d'Italia, l'Ombre cantano come le sirene."

GABRIELE D'ANNUNZIO, Canzone dei Dardanelli, Libro Quarto delle Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi,"MEROPE"


stemma dei Giustiniani (Palazzo Giustiniani – Bassano Romano)

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La Famiglia Giustiniani nasce a Genova nel 1347 come “società per azioni” (la prima documentata nella storia) per lo sfruttamento per conto della Repubblica Genovese dell’Isola di Chios nell'Egeo nord orientale. Ben presto i “Maonesi”, che assunsero tutti il nome di Giustiniani, divennero una sorta di Sovrani dell’isola pur mantenendo il loro status di "Nobilis Civis Januae", nobili “cittadini” Genovesi. Il popolo di Chios chiamava i Giustiniani con i titoli di Signori, Principi, Sovrani; i documenti e gli scrittori li dicono “Dynastae” alla greca e così li chiama anche la Sacra Rota non più tardi del 14 giugno 1839 (“Vincentius ex Nobilissima Ianuensi familia Justinianorum dynastarum olim Chij in mari Aegeo”). E “dynastes” dal greco è princeps, regulus: signore, barone, principe e re. Il dominio fu ininterrotto fino al 1566 con la conquista dell’isola da parte degli Ottomani. Alcuni Giustiniani tornarono a Genova, altri a Roma e nel sud Italia, altri restarono a Chios o in Grecia altri in Turchia. A Roma la famiglia, grazie a Vincenzo Giustiniani, marchese e principe di Bassano aumentò di gloria e di fama. Vincenzo si può considerare il primo grande collezionista della storia, scopritore del grande pittore Caravaggio. I fasti della prestigiosa collezione Giustiniani, ora dispersa in musei e collezioni private, sono stati celebrati in una mostra proprio a Palazzo Giustiniani (ora di proprietà del Senato della Repubblica) a Roma nel 2001. Alla sua morte nel 1631, senza eredi diretti, il Marchese Vincenzo lascia titolo e beni ad un suo nipote: Andrea Cassano Banca Giustiniani, futuro Principe di Bassano ed istituisce un articolato fedecommesso testamentario in cui ricomprende, per una parte, praticamente tutti i discendenti Giustiniani che possano vantare una parentela con quelli di Chios, anche se non direttamente con il Marchese Vincenzo. La vicenda giudiziaria dell’eredità contesa si protrasse fino al 1958 dove il Tribunale di Genova accertò ben 288 discendenti divisi in 12 stirpi tra gli intervenuti e la definiva divisione della residua eredità. Dunque, chi poteva dimostrare la discendenza dai Giustiniani di Chios, avrebbe dovuto intervenire nel processo per far valere i suoi eventuali diritti. Chi non l’ha fatto, per mancanza di documentazione o semplicemente per ignoranza, non potrà vantare i diritti sull’eredità. Pur decorati di innumerevoli dignità i Giustiniani sono oggi conosciuti come marchesi e patrizi genovesi e non come nobili “cittadini” Genovesi e principi di Chio, titoli che, avrebbero più autenticamente espresso il valore storico e il ruolo incarnato da questa famiglia nel corso dei secoli, e sarebbero stati, dunque, maggiormente corrispondenti all’ideale nobiliare inteso non quale privilegio fine a se stesso o fatto meramente onorifico ma quale espressione di Tradizione e dell’operato socio-politico-economico di un ceto dirigente del quale i Giustiniani furono autorevole parte. Nel sito, la storia della Famiglia Giustiniani di Genova. In particolare del mio ramo di Roccapassa, della sua discendenza e della vicenda giudiziaria dell’eredità contesa e i motivi per i quali tutti i Giustiniani che ritengano di poter dimostrare, o supporre, di discendere dai Giustiniani di Chios, possano considerarsi, anche non avendo partecipato al giudizio del 1958, anche se non primogeniti del loro ramo, sia uomini che donne, Principi di Chios, parenti .... e soci.

PALAZZO GIUSTINIANI
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LE ORIGINI DELLA FAMIGLIA GIUSTINIANI

E’ solo una leggenda quella che vede i due casati Giustiniani di Genova e Venezia discendere dai figli di Giustiniano: Marco e Angelo vissuti verso il 720 d.C. esiliati dall’imperatore Tiberius da Costantinopoli per non costituire minaccia al suo debole regime. Una leggenda alimentata dal fatto che, soprattutto nel medioevo e nel rinascimento, fu consuetudine delle famiglie patrizie, specie se di recente fortuna, accreditare le proprie origini con genealogie che, partendo dall’assonanza dei nomi, finivano per agganciarsi a personaggi illustri della storia antica. Pretesa generalmente arbitraria, ma ancor più necessaria per i Giustiniani pervenuti a Roma nel XVI secolo da Chios e di origine genovese, che sarebbero stati visti dall’aristocrazia papalina come degli stranieri. La discendenza dall’imperatore romano, poteva radicare la famiglia nella più antica “gens” romana. Per rendere più visibile tale ascendenza, tra le sculture antiche della collezione Giustiniani, il Principe Andrea scelse un colossale torso acefalo di marmo greco che nel 1638, Arcangelo Gonnelli, specialista in restauri secondo il gusto del tempo, integrò abbondantemente, trasformandolo nell’Imperatore Giustiniano, raffigurato nel fiore dell’età. Tale statua, recentemente recuperata, è ancora visibile nel giardino di Villa Giustiniani-Massimi al Laterano. Curioso anche il fatto che, allora come oggi, i Giustiniani di Genova e di Venezia si sentissero in un certo modo consanguinei, nonostante che Genova e Venezia nel corso della storia fossero più nemiche che amiche. Le presenze della famiglia Giustiniani prima della costituzione della Maona nel XIV secolo, sono state individuate in diverse località dell’area mediterranea. Antiche tradizioni, non suffragate da nessuna prova storica, la farebbero risalire alla Gens Anicia romana. Nel II secolo a.C., le nobili e ricche famiglie Romane cominciano a costruire le loro sontuose ville fuori dai limitati spazi cittadini, stabilendosi in grandi tenute autonome. Si riducono i villaggi ed il territorio risulta sempre più occupate da grandi proprietà private. Così può essere anche successo per la Gens Anicia che all’atto delle invasioni barbariche, abbia cercato scampo in territori, come le isole, rimaste indenni dalle invasioni. Questo può in parte spiegare la presenza dei Giustiniani in varie zone come ad esempio nell’Illiria ed in alcune isole. E’ certo che a partire dall’ IX-X secolo il nome Giustiniani era noto in tutto il mediterraneo. L’origine dei Giustiniani di Genova è da ricondursi al 14 novembre 1362 quando a Genova fu fondata la Maona (la “nuova” ), una società commerciale “anonima” per lo sfruttamento d’alcuni possedimenti Genovesi nel Dodecaneso, tra 12 notabili di Genova che assunsero tutti il cognome di Giustiniani perdendo il loro. L’origine non è quindi legata ad una singola stirpe, ma a più famiglie aggregate in una sorta di società di persone, come se fossero nati da un padre comune, perché comune è la loro terra. Essi formano una ”Campagna” (dal Breve della Campagna di Genova del 1157: “Compagniam de pecunia non faciam cum aliquo habitante ultra Vultabium et Savignonem et Montem altum, neque ultra Varaginem” dalle “Leges Genuenses” ) . La decisione di unire più famiglie in un clan e prendere il nome di quella più importante che disponesse di un luogo di riunione (palazzo o dimora) non era nuova a Genova e anticipava la nascita degli "alberghi" che in seguito divenne la normale aggregazione anche politica. Nel caso particolare della Maona Giustiniani, questo sistema permetteva di superare anche il problema economico, di definire delle quote (le "carature") di partecipazione per cui era stata costituita. Sull'etimologia della Maona di Chios molto si è discusso, possiamo in ogni modo sintetizzarne il fine con le parole dello storico Genovese Teofilo Ossian De Negri: la Maona fu ".... una delega sulla carta di funzioni Statali ad un’associazione armatoriale e commerciale privata..." La “Maona” Giustiniani è la prima società “per azioni” documentata dalla storia. Il nome “Maona” è d’origine incerta, s’ipotizza dalla voce genovese “mobba” equivalente ad unione, o anche dal nome di una nave o anche dall’arabo “maounach” traducibile in “società mercantile” o "associazione per lo sforzo comune" o anche “assistenza” , “indennizzo” , proprio perché la prima spedizione della Maona agli effetti di diritto venne concepita come una “compera” , ovvero era come se gli armatori avessero effettuato un prestito alla Stato garantito dalle future conquiste anziché da aliquote di proventi fiscali come consuetudine fino ad allora. L’investitura doveva essere un risarcimento del compenso in denaro non concesso, una sostituzione provvisoria del debito pubblico. “La delega su carta di funzioni statali a un’associazione amatoriale e commerciale privata e altri elementi comuni fanno si che la Maona Giustiniani si possa considerare sotto alcuni aspetti il più remoto precursore della famosa Compagnia delle Indie” (Roberto S. Lopez).


“Maona” potrebbe anche derivare dalla corruzione dialettale Genovese della parola “Madonna”, dall’insegna votiva che si trova all’esterno del Palazzo Giustiniani di Genova dal lato della strada detta “Il testone dei Giustiniani”. Madonna ritratta con due Santi, protettrice di quello che in seguito si chiamò Albergo Giustiniani, o anche dal greco maomai , “agogno”, “aspiro” e per una Società di commercio l’aspirazione principale è proprio quella di “aspirare” al guadagno. Il nome “Giustiniani” (ma la notizia non è certa) deriverebbe invece dalla prima sede della Maona, nel Palazzo Giustiniani di Genova già posseduto dall’omonima famiglia di Venezia che a quell’epoca aveva buoni rapporti commerciali con la Repubblica Genovese. Palazzo che, troneggia ancora nella contrada Giustiniani, fregiato dello stemma della famiglia e da parecchi trofei vinti nella guerra di Chioggia contro gli stessi Veneziani. Tali “società” erano delle vere e proprie Signorie con tanto di eserciti, soldati e autonomia tributaria ed a volte la loro politica era perfino in contrasto con quella della stessa Repubblica che le aveva originate. La struttura della Maona comunque, non avendo azioni "nominative" non creava problemi legate ad ambizioni "dinastiche". La partecipazione anonima consentiva poi il trasferimento delle quote di partecipazione senza particolari difficoltà, cosa che avvenne di frequente nei primi tempi. Già esisteva, prima di questa “società”, una precedente Maona (la “vecchia”) fondata il 26 febbraio 1347, per lo stesso scopo: lo sfruttamento commerciale dell’isola di Chios, che nel 1359 prese il nome di “Giustiniani”, che per tutto il tempo della Repubblica Genovese fu una delle famiglia più in vista. Ben sei Dogi portarono il loro cognome. L’importanza e la forza della famiglia è testimoniata anche dal fatto che anche dopo aver lasciato Chios, anche se stabiliti in altre città, venissero sempre considerati come i Giustiniani di Genova, anche la Sacra Rota non più tardi del 14 giugno 1839 appella Il marchese Vincenzo Giustiniani come: “Vincentius ex Nobilissima Ianuensi familia Justinianorum dynastarum olim Chij in mari Aegeo” . La storia dei Giustiniani è da ricondursi, nelle sue origini, con le colonie genovesi nell’Egeo orientale, ora appartenenti alla Grecia: le isole di Chios (Hios o Chios), Samo (Samos), Enussa (Inousses), Icaria (Ikaria) Co (Kos), Lesbo (Lesvos), Santa Panagia e dei due insediamenti in Asia Minore di Focea Vecchia e Focea Nuova, appartenenti ora alla Turchia. Su queste isole i Giustiniani esercitarono il loro dominio per circa 220 anni dal 1347 anno di fondazione della Maona vecchia, al 1566, anno della definitiva conquista Turca dell’arcipelago. In questi antichi possedimenti, sono ancora visibili le geometrie delle viuzze molto simili ai "carrugi" Genovesi, le torri d’avvistamento lungo la costa ed i resti di alcune delle 15 antiche fortezze su cui troneggiano ancora i fregi dello stemma dei Giustiniani. Purtroppo ben poca cosa è rimasto ai giorni nostri dei bei palazzi (”Archonticà”) , sia per il saccheggio dei Turchi nel 1566, sia per gli effetti devastanti di un terremoto che avvenne nelle isole Greche agli inizi del XX secolo.


L'ANTICO FEUDO DE GIUSTINIANI

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LA STORIA DEI GIUSTINIANI DI SCIO DAL 1363 AL 1566


L’8 giugno 1363, l’imperatore Bizantino Giovanni V Peleologo rinuncia definitivamente al suo potere sulle isole e cede ai Giustiniani i diritti su Chios, Samo, Enussa, Santa Panagia e Focea che era diventato uno degli empori più fiorenti dell’Asia Minore, conferendo ai Giustiniani i titoli di Re e di Despota, alla greca, riconfermando ai “nobiles viros” Giovanni Oliviero, Raffaele de Forneto e Pietro Recanelli il possesso nelle forme e nei modi con cui l’avevano avuto gli Zaccaria, cioè «secundum rationem stirpis: videlicet ut eam transmittant in filios ex eorum lumbis procreatos veros heredes et successores; vel etiam in alios, quos ipsi voluerint».. Tale concessione fu poi rinnovata per altri quattro anni il 14 giugno 1367 a Tommaso Giustiniani. Questo è il testo della “Bolla Aurea”, tutt’ora conservata, quale si rapporta de verbo ad verbum, che concede ai Giustiniani il possesso dell’isola di Chio ed il titolo di Principi:
BOLLA AUREA

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